30 luglio 2010

Il calippo e i suoi spot

Ricordo una delle pubblicità del Calippo, mitico gelato dell'eldorado (oggi è Algida) con un Jingle tormentone (Calippo-lippo-lippo) e questo ragazzino effeminato che se ne andava in giro in ogni luogo sempre goloso del gelato glande che usciva dalla sua confezione con un'apparenza inequivocabile.
Non l'ho trovata in rete. Se qualcuno ce l'ha gliela pago a peso d'oro (il mio).

In rete c'è quest'altro spot meno sfacciatamente esplicito di quel che ricordo io ma lo stesso molto interessante.



Un gelato per adolescenti dai 14 ai 17 anni a guardare da chi, nello spot, balla, mancano i bambini e gli adolescenti più grandi (ricordate che i teen-agers arrivano fino a 19 anni).
Lo spot trasferisce l'allusione sessuale che esiste sempre nei ragazzi e ragazze di quell'età al gelato, come dimostra questa immagine nella quale lui e lei, entrambi con il calippo in mano, alludono allo sviluppo sessuale di quelli/e della loro età che gravita però nell'allusione trasferendo il consumo dal sesso al gelato, vera e propria sublimazione di un petting spinto in chiave maschile/ista.


L'allusione omoerotica è presente solo come elemento esotico del ragazzo sudamericano, con canotta inequivocabilmente femminile, dove prevale un generale senso di ambiguità e allusione, piuttosto che un preciso statement gay, più vicina ai luoghi comuni del caso (ballo=effeminatezza=omosessualità) che al riconoscimento al diritto al consumo sessuale da parte del ragazzino gay 8che infatti è solo...).
Insomma i gay ci sono ma fanno colore, non scopano, in questo lo spot rimane ad uso e consumo dei maschietti etero.
E' per loro che le ragazze ballano col Calippo in mano portandoselo alla bocca a ritmo di musica e con gesto coreografato. Nessun cenno ad un orientamento sessuale altro quanto quanto, piuttosto, all'ambivalente ambiguità dello sviluppo sessuale adolescenziale (a differenza dello spot di cui dicevo nel quale invece è proprio il ragazzo dal'orientmaento sessuale alternativo a risvegliare tutti/e gli/le altri/e al sesso come consumo). Una ambiguità sottolineata anche da una
citazione colta, che solo i cinefili, gli amanti del camp e i gay, avranno colto, quella del professore (molto diverso da quello originale, qui più un bamba-einstein dai capelli banchi in vece del classico professore da college del film di cui questo elemento è una citazione) che insegna i passi di danza diretto riferimento alla Time Warp Dance di The Rocky Horror Picture Show.

L'erotizzazione di un oggetto non è una novità in pubblicità naturalmente ma stavolta non c'è trasnfert ma identità tra simbolo e oggetto di consumo/vendita: l'aggetto va consumato portandolo alla bocca, leccandolo, succhiandolo, più raramente mordendolo proprio come in una fellatio.




I ruoli sessuali sessisti qui non vengono messi in discussione, sono le donne a danzare e a consumare il calippo (essun ragazzo lo porta alla bocca).












I ragazzi si limitano a tenerlo in mano o a suonare i calippo versione gigante come bonghi, o a eseguire la coreografia per confermare con la loro presenza la pansessualità del gelato fossero state solo donne quel gelato sarebbe corto-circuitato in un vibratore...





Insomma un doppiosenso talmente ineludibile da poter essere mostrato senza scandalo alcuno. Il Calippo dimostra certe leggi fisiche per le quali tutti gli oggetti cilindrici e rigidi dentro una guaina funziona allo stesso modo.

Il Calippo mostra il proprio interno proprio come fa il glande in un pene con buona pace dei genitori e dei moralisti cattolici...

 Basta pensare poi come spunta dal ghiaccio, novello fiore turgido, a inzio spot.



Un gesto rotatorio (masturbatorio) sul corpo del Calippo mostra come si deve fare per scaldarlo un po' e favorirne l'uscita dal suo contenitore.








Insomma posso dire che quella del Calippo è una pubblicità del cazzo senza tema di smentita.


Molto interessante invece la versione sudamericana dello stesso spot probabilmente di qualche anno dopo, nel quale sono riprese e rielaborate le stesse idee dello spot precedente in una chiave più disinvolta.


C'è sempre il professore del Rocky Picture Show, ci sono ancora i bonghi, ma qui qualcosa è di diverso.

Intanto ragazzi e ragazze sono insieme, vicini, alludendo a una se(n)sualità già consumata e non da consumare, in atto, non in potenza.
Una sessualità talmente a proprio agio con se stessa che ragazzi e ragazze consumano il Calippo, da soli o insieme. Più che la sublimazione dell'atto sessuale il consumo del Calippo ne è una anticipazione o un refrigerio post sesso.









Una maggiore consapevolezza di sé, del proprio corpo e della propria sessualità, che permette dimostrare il ragazzo alle prese col calippo\glande prima meravigliarsi e poi consumandolo tranquillamente.






Una sessualità meno allusa e più consumata, come il calippo che diventa un accessorio ben meno imbarazzante dello spot precedente e dove l'allusione. Il doppio senso, superato da una realtà fatuale dove il sesso in tutti i suoi orientamenti sessuali è consumato traquillamente.

Terzo e ultimo spot la versone americana sche slitta su un target di maggiore età e cambia completamente il discorso.
 

Qui il Calippo diventa un utensile, unoa propaggine culturale (in senso antropologico) da gustare tecnologicamente parlando. Niente sesso. Solo giovane e pratica efficienza.


A PROSSIMA VOLTA 'A BIRA!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto vero! Anche se a mio parere lo spot americano non è affatto elusivo, bensì forse anche più sottilmente allusivo, giocato però su un piano diverso, linguistico e meno esplicito, meno, appunto, latino. Dice: do it your way.
Ovviamente una simile chiarezza lessicale non può accompagnarsi a una rappresentativa. Lo dice, infatti, "your way", ma non lo mostra - i ragazzi lo bevono come da un bicchiere, a volte addirittura con una schizzinosa cannuccia, o, al massimo, in un flash che sa più di subliminale che di cosciente, lo sfiorano di sfuggita con la lingua.
C'è da rifletterci!
Carlo

Alessandro Paesano ha detto...

Beh sganciato dal parallelo con il membro il do it your way riguarda più il calippo come gelato, che sembra più una bibita (la cannuccia). Il parallelo col sesso è assente anche perché si rivolge a giovani "maggiorenni" dai 21 anni in su che sul sesso come su tutto il resto la sanno lunga. Uno spot con un timido richiamo alla pop art, in pieno stile rock-giovanilistico (anche la canzone), più un riassestamento del target che un'evoluzione del discorso iniziato con le pubblicità precedenti.
Certo l'allusione come dici c'è, ma è meno pruriginosa, una cose che si fa. E, come osservi giustamente, ognuno lo fa a modo suo. C'è chi lo tira tutto fuori, chi lo gusta con una cannuccia, chi lo fa sciogliere e poi se lo beve come una bibita (appunto) tutto per togliere quell'aspetto di giocattolo\vibratore\oggetto da manipolare delle pubblicità per adolescenti.

Grazie per le tue osservazioni e scrivi ancora!

Tamcra ha detto...

Caro Ale,
il Calippo è nato come rilancio in chiave allusiva del vecchio ghiacciolo. Immagino i briefing frenetici di allora dei pubblicitari: ("Dobbiamo proprio farlo uscire fuori dal cilindro?" "Certo, così non sporca e perde tutta la sua connotazione di gelato per bambini sfigati, che se lo vedevano appioppare perchè era quello che costava meno - e magari sognavano la coppa Smeralda - e poi si squagliava e finiva per metà nella sabbia... Ora il ghiacciolo è sexy, vogliamo che le donne lo desiderino come desiderano un amante, vogliamo che accarezzino voluttuosamente il ghiacciolo laddove prima buttavano via l'incarto tutto appiccicoso. Insomma, qui si fa il ghiacciolo Adult o si muore!" Era la metà degli anni '80, e si cominciava ad "adultizzare" merci fino ad allora concepite per un pubblico infantile. ora nei supermercati si vedono ultraquarantenni poggiare sui nastri trasportatori delle casse merendine e bibite, e sono soli.

Anonimo ha detto...

Una gran parte della pubblicità è stata sempre legata alla Pansessualità, il prodotto dev'essere infatti venduto a persone di tutti i gusti sessuali. Per comprendere meglio la Pansessualità vedete il sito http://www.pansexuality.it (Teoria e Filosofia della Pansessualità, Polizia Pansessuale, la Pansessualità degli animali).

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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