4 luglio 2007

Finalmente Paolo Cipriani è tornato!





Paolo è tornato.

Il Cipriani ha ripreso a dipingere cosa che gli piace, gli riesce bene e rende felici tutti quelli che ne gondono.

E' stato fermo per diverso tempo eppure, sorprendentemente, questi anni di pausa, di iato, non ci vedondo nella sua opera, non solo NON ha ripreso là dove si era fermato (in realtà mai del tutto) ma i suoi ultimi lavori mostrano un complesso percorso di ricerca come se prima di questa ci fossero state altre esposizioni importanti.

Evidentemente Paolo ha sempre continuato a dipingere, nella sua mente, in uno spazio interiore, in una sorta di atellier dell'anima, visto che la mancanza id un laboratorio dove poter tranquillamente lavorare è stata una delle cause (vero Elio?) che lo ha visto esporrre sempre meno al sopraggiungere del nuovo millennio.

E veniamo alle opere.

Intanto non si tratta di quadri tradizionali.

Le tavole in realtà sono dei tavoli, anzi, i tavoli del ristorante\associazione culturale "L'isola felice" della quale ho già avuto modo di parlare ( qui il link al post di qualche tempo fa).

Questo modo spiazzante di fare arte ("ma come si mangia sui quadri, si coprono i quadri con posate, piatti e bicchieri?") mi è sempre piaciuto in Paolo.

Il suo rapporto diretto con la pittura non è mediato da alcuna delle sovrastrutture ridicole e alto borghesi (che denotano la maggior parte del bla bla bla pseudoscientifico di tanta critica d'arte) che vogliono l'arte Arte... Un rapporto estetico diverso con il dipinto (il dipingere) non da osservare in un museo o in uno spazio espositivo, ma da gustare "prima durante e dopo i pasti"...

Paolo fa dell'arte astratta. Questo taglia fuori chi non ne capisce i contentui o è tradizionalmente legato al quadro come raffigurazione del mondo (come la mia amica Frances, che ha dalla sua almeno la giustificazione biografica, essendo del 1935) ma se ci si spigrisse si potrebbe scoprire nei suoi quadri un mondo nuovo e meraviglioso.

I quadri di Paolo sono pura emozione, parlano all'anima, al tuo io segreto, ti entrano dentro e se ne vanno in giro a provocare, emozionare. Ho la fortuna di avere due Cirpiani in casa, da più di 10 anni ormai. Uno dei due è esposto nel mio studio, lo guardo ogni giorni e ancora quei pigmenti (segretamente composti con altre sostanze ...) colorati, quelle frome lasciate dal passaggio della spatola piutosto che del pennello, quel complesso intreccio cromatico che ne costituisce la composizione (ecco che inzio anche io col bla bla...) mi sorprende ancora, mi suggerisce ancora percorsi inediti, nuove emozioni, strani riverberi della memoria...

Tanto forte è l'arte di Paolo, la sua capacità di azzerare ogni procedura formale e di ripartire dall'atto stesso del dipingere, da quella sicurezza che deriva non dal latinorum delle scuole ma dalla sicurezza dell'esperienza.

E qui mi fermo...

Ma mi paicerebbe riprendere il discorso dopo aver fatto l'esperienza viva del fruire i suoi quadri manngiando all'isola (o degustando del vino dopo le 23 quando il ristorante si trasforma in un wine bar...).

Allora, sollecitato dai comenti di chi, bontà sua, avrà tempo di scrivere qui sul mio blog vorrò ritornare su alcuni singoli tavoli, su alcuni quadri in particolare che mi hanno emozionato è sorpreso, che mostrano una nuova via che PAolo Cipriani ha intrapreso nella sua arte.

Sì Paolo Maria Cipriani non è solamente tornato alla sua arte, è anche sorprendentemente cresciuto nel frattempo!



Un anno fa...


...ero già a Parigi, che mi dannavo, e piangevo, e mi mancava voi sapete chi,
e volevo tornare a Roma, e poi mi salvò il cinema, e poi le mie amiche parigine Manò e Maria.

Nulla è cambiato da allora, sono virtualmente la stessa persona, possibilmente ancora più grassa, sicuramente più povera, almeno nei beni materiali, più incerta e precaria che mai...

Ma certo dire di essere depressi stando a Parigi fa più chic....




E' proprio vero: si sta davvero meglio quando si sta peggio!!!!

bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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