30 novembre 2007

solo due parole...

Ma all'insegnante inglese Gillian Gibbons, 54 anni e due figli, quella incarcerata per 15 giorni (!!!?!?!?) per aver permesso ai suoi alunni (una classe mista di bambini cristiani e musulmani di 6 e 7 anni) di aver chiamato Mohammed (Maometto) il peluche-mascotte della classe, a Gillian dicevo, sarebbe mai venuto in mente di far chiamare lo stesso peluche Gesù? O Maria (o madonna) o con il nome di un qualunque santo?

Non sto parlando della possibilità di farlo, in Inghilterra, come nel resto d'Europa, c'è la democrazia, la libertà di stampa e di parola (ma ricordo le polemiche nemmeno tanti anni fa per una bestemmia presente in un film di Bellocchio...).

In Sudan invece no, c'è una situazione complessa, di guerra, di arretratezza, problemi che risalgono ai tempi della gestione coloniale (inglese...).

Non sto cercando minimamente di giustificare l'incarcerazione della insegnante (fossi l'Inghilterra avrei già dichiarato guerra al Sudan per questo) ma non si può pretendere che i sudanesi reagiscano come un italiano medio al quale della propria religione non frega più niente (e a me la nuova pubblicità della Red Bull dà fastidio...).




Sono ben altri i problemi del Sudan per inorridire ipocritamente come stanno facendo in questi giorni i nostri mezzi di (dis)informazione dicendoci solo che in Sudan non si può scherzare su Maometto ma tacendo sul resto:
alta mortalità infantile,
infibulazione...
ma di questo non frega niente a nessuno, solo quando una donna bianca viene incarcerata (ingiustamente) ci accorgiamo che il Sudan esiste (parlo ovviamente dell'italiano comune perché ci sono fior fiore di organizzazioni internazionali e non, Uniceff in testa, che del Sudan si occupano da tempo...).

La mia osservazione è un'altra.

Siamo talmente imbibiti di cultura cattolica non di rispetto per il Sacro, qualunque forma esso prenda, ma solamente del sacro etnocentrico cristiano da commettere leggerezze come quella commessa dall'insegnante incriminata.

Gillian infatti non stava cercando di denunciare il fanatismo religioso che vige in Sudan stava solo cercando un nome scemo a uno scemo peluche (perché, si sa, i bambini devono fare cose sceme come chiamare con i nomini i peluche e non occuparsi del mondo che li circonda, Mario Lodi dove seiiii????).

E, pur sapendo di trovarsi in uno stato di fanatici religiosi, Gillian non si è resa conto che permettendo di chiamare Maometto un peluche poteva offendere qualcuno. (E siamo cauti nell'accusare il Sudan di fanatismo religioso, l'Italianissima Letizia Moratti nel 2004 tolse dall'insegnamento l'evoluzionismo darwiniano perché contrario alla dottrina cristiana, come afferma ancora Buttiglione).

Nei suoi meccanismi mentali (di Gillian intendo) Maometto è una parola come un'altra a differenza di Gesù et similia. ... E il rispetto e la comprensione per le culture altre va a farsi benedire.

Quale regole di democrazia andiamo a importare in Sudan se lì cuciono ancora la fica (questo è in soldoni l'infibulazione) ma qui ci indigniamo solo se i maschi del paese si incazzano perché una donna ha dato un sembiante al loro dio?

Certo Gillian non dovrebbe fare nemmeno 1 secondo di carcere, ma l'atteggiamento di noi bianchi nei confronti delle culture altre non sembra cambiare.

E, fanatismo a parte, io francamente capisco di più chi si indigna (anche se con mezzi e reazioni sbagliate) perché si dà il nome di un peluche al loro profeta  che un paese che se ne frega che gli angeli che svolazzano sopra la capanna dove è nato Gesù volino perché hanno bevuto la Red Bull (come Pietro spiega a una sprovveduta Maria).

Ecco agli autori della pubblicità avrei fatto fare 15 giorni di galera e non per vilipendio alla religione ma per offesa all'intelligenza umana (e un sottile, venato maschilismo) ma questo, come al solito, è un altro discorso...

29 novembre 2007

un po' di Mina, tanto per gradire



Ornella

E dopo tante inutili parole polemiche, che sono servite solamente a perdere tempo, tanto gli uomini, noi uomini, maschilisti siamo e maschilisti resteremo (anche se io, spero di esserlo almeno un pochino di meno…), torniamo al normale funzionamento del blog cambiando argomento, solo apparentemente.

Sempre di una donna voglio raccontarvi, che sono andato a sentire ieri sera al Sistina.

Insomma, dopo due mesi di attesa (da quando Paolo mi avevo comperato il biglietto) finalmente sono andato a sentire Ornella Vanoni.

Ho avuto già altre occasioni di dirlo, ma non mi sono mai reputato uno che ha visto molti concerti e invece mi rendo conto che è una cosa che ho cominciato a fare da subito, sin da quando ero molto giovane.

Ricordo il primo concerto di Ornella (quello di ieri è il mio quarto…). Lo vidi sempre al Sistina, nel 1980. Avevo 15 anni, era il mio primo concerto, ci andai da solo, a una pomeridiana domenicale.

Mi ricordo i pupazzi di Velia Mantegazza, la sua impeccabile esecuzione de La famosa volpe azzurra, … il suo fraternizzare col pubblico, parlargli con seducente intimità…

Ieri sera non ha nemmeno sfiorato quel repertorio, diciamo fine anni 70 inizio anni 80 (ho pensato lo stesse facendo solo per qualche istante quando ho scambiato l’intro di Per l’eternità con quello de Il telefono – a proposito, ma Mimmo Cavallo, che fine ha fatto?!?!!) , ma Ornella ha cantato molte canzoni inaspettate, in una scaletta ambiziosa (per la difficoltà e il numero delle canzoni scelte) intelligente e coerente, una scaletta che formava un vero e proprio discorso musicale.

Io (e Paolo e Markus) ero talmente in sintonia con le canzoni che, per un paio di volte, ho indovinato la canzone successiva in scaletta, perché a quel punto, allo stato emotivo in cui ci trovavamo, avendo ascoltato quelle canzoni fino a quel momento, a quella temperatura musicale, non poteva che esserci quel pezzo. Mi è capitato con Rabbia libertà fantasia, magnifico pezzo scritto da Toto Cutugno (anche lui ne ha azzeccato qualcuno) e con Il mio trenino (quando per ben due volte Ornella ha smesso di cantare colpita da un attacco di tosse... Ah le sigarette!!!)

Ornella è stata molto meno signora del solito, più rilassata, più disinvolta, ha allestito uno spettacolo più che un concerto, con una zona dove cantare (ma parlare anche di amori passioni amicizie…) e l’altra per i musicisti.

Ha cantato splendidamente, omaggiando persino Renato (Magari) e rivisitando con parsimonia i suoi classici, prediligendo i brani brasiliani (compreso “Senza paura”…!) intrattenendoci per due ore di concerto piene e fitte… (compresa una cover di un pezzo a me sconosciuto di Cammariere alquanto ...mistico)



La mancanza di solennità, l’atmosfera dimessa del concerto (sembrava più un incontro tra amici in cui Ornella si concede un concerto in souplesse) mi hanno fatto pensare a un ammorbidimento causato dall’età, a un dolce torpore senile che ottundeva l’impeccabilità della prova, il professionismo d’acciaio dei concerti precedenti.

Sbagliavo.

Ornella è sempre Ornella, sono io che sono invecchiato e sopporto sempre meno ogni segno di cambiamento, che la mia mente, preoccupata della morte, legge sempre e solo in chiave di decadenza, corruzione, minore brillantezza e vivacità.

Su quel palco era un po’ come se ci fossi io e, guardandomi al contempo dalla platea, mi stessi accorgendo di non essere più quel ragazzo che si illudeva di una performance perfetta (la mia, non quella di Ornella) che perfetta non è ma piene a di macchie, ombre, dubbie incrinature che i miei occhi stanchi e disincantati ora notano con la massima evidenza.

Pensavo fosse Ornella che ha 73 anni, invece sono solo io che mi illudo di averne ancora 15 mentre ne ho molti ma molti di più…


25 novembre 2007

...dopo la manifestazione


...per banali motivi personali (venerdì ho cuppato il letto...) non ho seguito (in tv) ieri, la manifestazione contro la violenza alle donne.
Leggo oggi sul sito di Adn Kronos e di Repubblica che ci sono stati scontri, didiscevoli scontri.

Più precisamente:
"Sono state 'cacciate' violentemente le deputate di Forza Italia Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna. Non solo. Alla fine del corteo, sul palco allestito a Piazza Navona, sono state contestate anche il ministro delle Pari opportunità Barbara Pollastrini, quello dello Sport, Giovanna Melandri e della Salute, Livia Turco"(Adn Kronos).
Io credo che il comitato organizzatore del corteo può decidere chi sta nel corteo e chi no.
Ora io ho sempre commiserato le donne che militano a destra.
E' la destra storicamente ad essere maschilista, come dimostra il fascista cattolico Ferdinando Loffredo che, in Politica della famiglia, del 1938 scrive:
"La indiscutibile minore intelligenza della donna ha impedito di comprendere che la maggiore soddisfazione può essere da essa provata solo nella famiglia, quanto più onestamente intesa, cioè quanto maggiore sia la serietà del marito. [...]"
Anche la sinistra è maschilista, ma per contingenza storica, mentre sulla carta non dovrebbe esserlo.

E' come per gli omosessuali che si professano cattolici quando nella bibbia si dice:
«Non avrai con un uomo relazioni carnali come si hanno con una donna: è cosa abominevole. (...) Se uno ha con un uomo relazioni sessuali come si hanno con una donna, tutti e due hanno commesso una cosa abominevole; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di loro.» (Levitico 18,22; 20,13)


Come si fa a essere donne militanti e di destra?
Prestigiacomo è stata cacciata in quanto fascista. Non ci vedo nulla di male. E' inutile che le cacciate dicano di essere venute alla manifestazione "in quanto donne". Sono intervenute in quanto donne fasciste perché è quello che fanno quotidianamente, quando fanno politica. Per cui non si capisce perché ogni altro giorno sono fasciste tranne quando manifestano tornando ad essere semplici donne.

Come al solito si cancella la storia (e non a caso l'articolo di adn kronos di fronte al triangolo fatto con le dita commenta "
di fronte al palco qualche manifestante ha unito le mani a triangolo, rispolverando simbologie degli anni '70.
E certo. Sono simbologie vecchie, adoperiamone di più nuove, di più recenti...

I ministri di questo governo sono state cacciate perché, come al solito, sul palco erano salite loro e non le associazioni organizzatrici del corteo come al solito parlano i potenti e non il popolo.

Di nuovo non ci vedo nulla di male.

Ma in questa Italia dove la politica è sinonimo di partiti, una scelta dura ma legittima, coraggiosa quanto drastica come di allontanare un personaggio sgradito da una manifestazione, atto squisitamente politico, viene criticato in nome di una presunta de-ideologizzazione della denuncia della violenza contro le odnne, altro atto squisitamente politico.
Perché chi dice di non avere ideologie fa ideologia, anche se la sua ideologia è quella di non averne...

E' una questione grammaticale prima ancora che politica. Come chi dice che non ha regole e ignora (o fa finta di ignorare...) che la sua regola è proprio quella di non avere regole...

Se la libertà, come diceva Gaber è partecipazione, si deve anche avere la la libertà di scegliere con chi partecipare e di allontanare una persona se è spuria rispetto il resto del consesso.

Che Prestigiacomo e accolite si facciano il loro corteo con gente di destra, vediamo quante donne sanno mobilitare...

23 novembre 2007

a proposito della manifestazione di domani sulla violenza contro le donne...

... molti interventi, sulla rete e non, criticano la decisione separatista del comitato organizzatore.
C'è una intervento molto forte sul sito gayaweb.it , scritto da Francesca Cortesi, che critica pesantemente questa decisione non riconoscendo al separatismo nessuna consistenza, nessun valore, nemmeno quello storico (credo che al femminismo, almeno al suo nascere, abbia giovato il separatismo...) visto sopratutto che oggi, il separatismo, trova proselite proprio tra le donne lesbiche...

Ora, credo anch'io che la posizione separatista possa essere politicamente debole, ma anche se non la condivido, comprendo il separatismo, capisco che, in un mondo a immagine e somiglianza del maschio, in un mondo machista e maschilista, le donne possano sentire il bisogno di fare da sole e che abbiano il diritto di farlo!

Per cui anche se mi dispiace non poter partecipare alla manifestazione di domani, rispetto la decisione presa.

L'atteggiamento critico e le argomentazioni che porta Francesca Cortesi nel sito gay.it (gaya, appunto, non lesbica) mi sembrano comunque molto maschili nel loro dirompere polemico e non credo colgano nel segno. Francesca non capisce che in questo caso il separatismo è giustificato e condivisibile.
C'è un passaggio soprattutto in cui emerge l'ottica maschilista di questo intervento quando Francesca dice:
Ci sembra assurdo che un uomo – solo perché nato biologicamente tale - non possa partecipare. Che un fratello la cui sorella ha subito violenze, un marito la cui moglie è stata stuprata, un figlio che è cresciuto assistendo alle violenze del padre sulla madre non possa partecipare per portare in piazza la sua protesta.
Che un uomo qualunque, toccato dalle cifre della violenza di alcuni suoi simili sulle donne, si senta sbattere la porta in faccia dalla più importante manifestazione nazionale sull'argomento.
Cara Francesca nessuno di questi uomini ha subito sul proprio corpo la violenza contro cui le donne scendono in piazza. Poco importa se non tutte le donne sono state picchiate ma appartengono al genere, rappresentano il corpo violato dagli uomini.
Nessun uomo invece è picchiato in quanto uomo da un altro uomo.
Anche io, se fossi donna, non credo vorrei uomini intorno.

Un figlio, un padre, un fratello, protesterebbero non per una violenza subita direttamente sul proprio corpo o dei loro co-genere ma per una violenza fatta da dei loro simili, fatto alle loro donne... una loro proprietà secondo l'ottica sessista e maschilista codificata nei rapporti di parentela della famiglia.
Sarebbe troppo comodo far sfilare gli uomini che così possono crearsi un alibi e distinguersi d altri maschi, adducendo la scusa che, come dici tu, la violenza non è insita nel (concetto di) maschio. Invece è proprio così!!!

E poi le donne non hanno certo bisogno e in questa occasione meno che mai, di padri, fratelli, mariti, compagni, amici, di tutori, (come sostieni tu quando dici che "
gli uomini che ci rispettano e si battono per i nostri diritti sono per noi alleati fondamentali, in quanto portatori di una maniera civile, legale e non violenta di essere uomo. Costituiscono una via privilegiata per comunicare con gli uomini violenti").


Io non credo proprio che le donne abbiano bisogno di un aiuto per dire agli uomini, a tutti gli uomini, TU NON MI PICCHIERAI PIÙ!
Le donne non delegano, non hanno bisogno, come dici tu, di chi dà loro diritti. I diritti se li prendono da sole e si fanno rispettare da sole.

Perché anche se io non ho mai picchiato una donna mi prendo la mia responsabilità che i miei co-gender siano violenti contro le donne e come uomo che protesta con le donne è come se un po' assolvessi il mio genere, i miei fratelli che picchiano e compiono violenze anche morali nei confronti delle donne.
Se lo capisco io, che sono un uomo, perché non lo capisci anche tu Francesca?

e ancora una volta Giorgia...

... che riesce a consolarmi di un dolore, perché prima, mentre vedevo il Bolero di Ravel, piangevo come un bambino.



Un bellissimo album e una grande artista, che ci regala una versione live (su base musicale originale) del primo singolo che sta promuovendo in tv in questi giorni.
Chi altri avrebbe il coraggio (e la capacità...) di fare altrettanto?

Non ho masi seguito con sufficiente attenzione la carriera di Giorgia, non so perché. MA dopo l'ascolto ripetuto di Stonata sono pronto ad andarla a vedere dal vivo...
Chi viene con me?


Compratevi il disco!!!!

è morto Bejart!!!

...l'idea platonica della danza moderna, il più grande, l'unico. Con lui la danza perde una forza, una potenza, e come in altri campi, nessuno ne prende l'eredità, ne continua lo studio coreografico. Il vuoto è destinato a restare tale, perché gli uomini che hanno fatto cultura in occidente del secolo ventesimo non sono riusciti a fare discepoli, a crescere chi, un domani, alla loro morte, avrebbe potuto proseguire o fare altro ma riempire il vuoto da loro lasciato con la stessa passione e la stessa loro caratura...

Quel dommage!


Sacre du Printemps

Bolero I parte

Bolero II parte

21 novembre 2007

I'm back!!!!


Visto che Roberto ("quel genio del mio amico") ha trovato un'altra scheda madre come quella che mi si è rotta (così non ho dovuto ricomprare praticamente tutti i pezzi del pc)- se ne avete bisogno chiedetemi il numero... - sono di nuovo pienamente operativo (il pc intendo, il mio corpo, invece, cade a pezzi...).


Eccovi allora un bel link al blog e al sito del cinecircolo Santa Chiara di Avellino dove ho tenuto una lezione giovedì scorso (e ne terrò una seconda giovedì prossimo).

(Che poi non mi si dica che non parlo di cinema...)

E visto che tanto linkare siti è gratis eccovi il bel sito con le foto di Teresa Emanuele una fotografa la cui esposizione ci è capitato di vedere domenica scorsa per caso a me e Silvio (ah! la vita da flaneur!!!), alla Galleria dell'Orologio, a via degli Orsini.. Vale la pena vedere le foto di persona (anche perché il posto merita e la zona intera è ideale per una passeggiata...) ma le foto sono belle anche su internet...

Vittorio Emanuele di Savoia




20 novembre 2007

il separatismo... Ancora?!?!




A quanto pare è una manifestazione di e per sole donne...

L'ineluttabilità del genere mi sovrasta, ma mi prendo le responsabilità di genere e ...degenere!

intanto do la notizia della manifestazione alla quale, giocoforza, sono invitate solo le donne

(no, cara, solo le donne biologiche... e tu non lo sei, smettila, CRETINA!!!!!)

Manifestazione di donne per le donne. Si invitano tutte le realtà ad accogliere questa decisione dell'assemblea nazionale di organizzare una manifestazione di sole donne.

Il Corteo partirà alle ore 14:00 da Piazza della Repubblica lungo il seguente percorso:

VIA EINAUDI
PIAZZA DEI CINQUECENTO
VIA CAVOUR
LARGO RICCI
VIA DEI FORI IMPERIALI
PIAZZA VENEZIA
VIA DELLE BOTTEGHE OSCURE
LARGO DI TORRE ARGENTINA
CORSO VITTORIO EMANUELE
VIA DELLA CUCCAGNA
PIAZZA NAVONA



e questo è il link del blog

19 novembre 2007

dalla rèclame al viral marketing

Ecco un esempio ben riuscito di marketing virale per la Dove.




Postato su youtube questo video ha fatto il giro del mondo.


La controprova sono le parodie (spoofs) che girano già in internet.






Tutto questo succedeva nel 2006...
E io?
Dormivo!!!!

Intanto ecco il nuovo spot della Dove...

18 novembre 2007

dalla Romania all'Ungheria

...come non parlare di Gustavo? mitico disegno animato ungherese anni 60 della Pannonia film???

ancora musica

...sempre in quegli anni, più o meno, c'era anche al sigla finale di un programma di Maurizio Costanzo, che attanagliava il mio cuore romantico.
Solo anni dopo scopersi che era una delle Romanian Folkdancecs (la prima per la precisione) di Bela Bartok nato Ungherese e divenuto Romeno (un link sulla Romania dal sito teatroescuola) dopo la prima guerra mondiale (per le divisioni dell'ex impero austro-ungarico). Pensate se Bartok, rumeno vivesse in Italia oggi!!! Se la darebeb a gambe levate!!!!!

In mancanza di quella originale (del programma di Costanzo) ve ne posto due versioni,

una per piano, suonata da Bartok stesso


l'altra per piano e violino.


e un'altra ancora


e un'altra ancora, in più.



Ah la musica! Magnifica invenzione dell'uomo!!!!!

fine delle trasmissioni



Come tanti altri (leggete i commenti su You tube) anche io restavo in piedi per ascoltare questa musica. Ma a differenza di molti non mi metteva paura, né mi dava sensazione di morte (sic!).
Mi faceva rimanere senza fiato perché mi comunicava una sensazione di mistero, lo stesso che provavo guardando le stelle.

Pensavo fosse un pezzo di musica classica, invece è una composizione moderna, di Roberto Lupi, e si intitola Saturno (ed è dedicata agli anelli di quel pianeta...).
Allora la musica mi aveva trasmesso la giusta sensazione, ci avevo visto bene.

Un nome importante, quello di Lupi. anche per le sue ricerche sull'armonia gravitazionale, del quale fino a qualche ora fa non sapevo nulla e devo ringraziare la rete per avermene evinto.

Per quanto riguarda la parte video la versione che ho postato non è quella originale, che non può essere postata direttamente, ma potete vedere qui), ma è quella che ha più partitura (l'altra, pur con il video originale manca degli accordi finali di arpa...)

Sapere che molti altri come me rimaneva in piedi fino a tardi anelando quella musica e il suo mistero oggi ma fa sentire meno solo e un po' più nostalgico...

Molla tutto

Ba__tti__cuo__re

nous avons l'ordinateur....

14 novembre 2007

Cercasi produttore disperatamente


il mio primo (e unico) cortometraggio in pellicola

eeeh!!! Bella cosa la fratellanza...

dal corriere della sera online di venerdì 9 novembre

LA DECISIONE DEL PARROCO DI Paderno Veneto. zAIA (LEGA): IL VESCOVO CHIARISCA
Una chiesa al venerdì diventa moschea
«Non c'è dialogo se si chiudono le porte. Preferisco i musulmani che pregano ai cristiani che bestemmiano»
SONDAGGIO
In Veneto, il parroco di Paderno di Ponzano Veneto apre ogni venedì le porte della parrocchia per far pregare i musulmani. Siete d'accordo?
VOTARISULTATI

Musulmani in preghiera (Ansa)
PONZANO VENETO (Treviso) - C'è una chiesa, a Paderno di Ponzano Veneto, che di venerdì diventa moschea, per favorire l'integrazione religiosa. Il parroco di Santa Maria Assunta, don Aldo Danieli, ha deciso di riservare alcuni locali della parrocchia alla preghiera e all'incontro degli immigrati musulmani. A Ponzano, che si trova in provincia di Treviso, risiedono 11.400 abitanti mentre i nuclei familiari di immigrati stranieri sono 232, circa 650 persone, provenienti soprattutto dal Nord Africa e dall'Est Europa.

IL DIALOGO AVVIENE SE NON SI CHIUDONO LE PORTE - «È inutile parlare tanto di dialogo se poi gli sbattiamo la porta in faccia. Papa Wojtyla li ha chiamati cari fratelli musulmani, come si fa allora a chiudergli la porta? Per me sono tutti figli di Dio». Agli immigrati di fede musulmana che vivono a Paderno di Ponzano Veneto e dintorni Don Aldo, 69 anni, le porte le ha spalancate mettendo a loro disposizione per la preghiera del venerdì l'oratorio della parrocchia, con annessa cucina e palazzetto, che ha contribuito a costruire anche con le sue mani. Il venerdì sono circa 200 i musulmani che arrivano da varie parti e si riuniscono a pregare nel locale che un giorno alla settimana diventa una moschea, ma per la fine del Ramadan e la festa del montone il numero sale a 1000-1200. «Loro me l'hanno chiesto e io ho detto di sì - spiega il parroco - Gli oratori del resto rischiano di fare le ragnatele».

CRITICHE E RESISTENZE - Una decisione quella presa da don Aldo due anni fa che all'inizio ha fatto storcere il naso a più di un parrocchiano. E non solo visto che, come racconta lui stesso, anche il vescovo e la Curia hanno fatto arrivare all'orecchio di don Aldo le loro perplessità: «Io, ingenuamente, non avevo chiesto il permesso nè al vescovo, nè a nessun altro perché per me è come fare la carità - ha spiegato don Aldo -. Del resto sono più vecchio del vescovo e sono stato anche suo professore. Comunque se me lo avessero proibito non sarei stato disposto ad obbedire». Don Aldo è molto convinto della propria scelta e con i suoi parrocchiani più recalcitranti è stato chiaro fino alla provocazione: «Preferisco i musulmani che pregano ai cristiani che bestemmiano. Se pensate di farmi diventare razzista vi sbagliate». L'anno scorso a don Aldo erano arrivate alcune e-mail che lo sollecitavano a stare «con le sue pecorelle» invece di aprire le porte ai musulmani: «Qualcuno mi diceva di stare attento - racconta - perché dove vanno a pregare prima «ci sgozzano i montoni» e «poi diventano padroni loro». Insomma le contestazioni non sono mancate, ma io ho riunito il Consiglio pastorale e ho spiegato che non bisogna avere paura. Il Papa ci invita a spalancare le porte a Cristo e Cristo sono anche i musulmani. Adesso va meglio. È un processo lento e faticoso, ma sta cominciando».

LA LEGA: IL VESCOVO INDAGHI -  «Mi appello al vescovo Mazzocato perchè chiarisca la posizione di questo parroco che non sono convinto sia in linea con il comune sentire della Chiesa; non mi risulta, infatti, ci siano state in Veneto altre iniziative di questo genere». E' stato questo il commento del Vicepresidente della Giunta Regionale del Veneto, Luca Zaia, alla decisione del parroco di Ponzano Veneto. «A parte il fatto che non esiste in questo nessun principio di reciprocità - ha detto Zaia - visto che nei loro Paesi non ci prestano certo le moschee per svolgere le nostre funzioni, comunque, la mia non vuole essere una presa di posizione frutto di pregiudizi, semplicemente non mi si faccia credere che l'integrazione passa attraverso queste iniziative 'buoniste'. Io dico che integrazione significa ben altro e il processo, semmai, deve essere inverso, deve partire dagli immigrati. Sono loro a dover dimostrare che desiderano veramente integrarsi e per far ciò devono innanzitutto cominciare a rispettare le nostre leggi, i nostri usi e costumi, le nostre tradizioni, la nostra identità e la nostra cultura. Gli immigrati devono sapere che, a casa nostra, prima di rivendicare diritti bisogna aver adempiuto ai propri doveri».

INCONTRO TRA VESCOVO E PARROCO - «Mai la chiesa parrocchiale è stata data alla comunità islamica per incontri di preghiera». Si conclude con questa precisazione un breve comunicato diffuso sabato dalla diocesi di Treviso in merito alle notizie riguardanti la concessione di spazi parrocchiali a fedeli islamici da parte del parroco di Paderno di Ponzano Veneto (Treviso). Il vescovo, mons. Andrea Bruno Mazzoccato, informa la nota, «ha incontrato don Aldo Danieli, parroco di Paderno, per avere chiarimenti circa alcune sue dichiarazioni evidenziate dai quotidiani e da alcuni organi radiotelevisivi». «All'interno di un dialogo fraterno e cordiale - è detto - don Aldo ha ribadito la sua obbedienza al vescovo e la piena disponibilità a trovare una soluzione al problema». In merito ad eventuali provvedimenti nei confronti del sacerdote ed alla prosecuzione delle attività di preghiera dei fedeli islamici nei locali della parrocchia, il portavoce del vescovo, successivamente interpellato, non ha fornito ulteriori precisazioni.

The Nightfly



Ero magro, giovane, mi piaceva Donald Fagen, e ancora non sapevo degli Steely Dan, c'era Mister Fantasy e non c'era ancora Videomusic...

SOSPIRO!

Le Iene? Mah...

Guardo l’ultima puntata di “le iene” e vedo un servizio su un sedicente giornalista che, con la scusa di selezionare della Hostess per dei convegni, richiede prestazioni sessuali orali.

E’ capitato a una ragazza la quale, invece di chiamare la polizia, chiama quelli delle Iene. I quali ne fanno spettacolo, prendono in giro il …porco (scusate ma mi sono già trattenuto troppo) con tanto di autore del servizio che si presenta all’appuntamento vestito da donna…

E il ...porco è ancora a piede libero. Quindi quale il senso del servizio? Se non quello di intrattenere col sesso orale?

Già trovo immorale fare spettacolo della cronaca, ma trovo ambiguo questo sostituirsi della tv di denuncia all’operato di polizia e magistratura.

Un conto sono i servizi giornalistici di Milena Gabanelli un conto la denuncia da avanspettacolo delle Iene (e di Striscia la notizia di Ricci) in perfetto stile berlusconiano che vede l’individualismo, il “ci penso io” protagonista, in barba alle leggi o agli organi democraticamente deputati a farle rispettare.

Magistrati ci vogliono non l'esposizione al pubblico ludibrio che appiattisce tutto nella stessa melma mediatica.

13 novembre 2007

E di questo mi rattristo


E quando penso a qualcosa che piaceva a te,
che magari piaceva anche a me,
che era piaciuta prima a me che a te,

prima di averti conosciuto,
o magari prima che tu nascessi, data la nostra differenza d’età,
mi scopro quasi sempre a pensare coi verbi al passato,
come tu non fossi più,
come fossi morto.

Mi confondo sempre
nell’elaborare il lutto,
non quello della tua morte,
ma solo quello della fine della nostra storia.
E saperti vivo
non mi rende meno triste.
E di questo mi rattristo.

Io lo so che probabilmente gli ultras che hanno assalito lega calcio e questure sono dei ragazzi di destra, magari manovrati da qualcuno più grande di loro, ma perché il poliziotto responsabile (probabile) dell'uccisione dell'ultras è stato accusato solamente di omicidio colposo? Perché il prefetto di Arezzo e il ministro della giustizia Amato non si sono dimessi?
Perché in questi giorni si parla solo di proteggere l'etica de calcio, e la sicurezza dell'ordine pubblico? Perché non si parla di pulizia delle mele marce presenti nelle forze dell'ordine?
Perché l'Italia è ancora fascista fin nel profondo del buco del culo e non c'è niente che si possa fare.

12 novembre 2007

Tg? No grazie!

E' un continuo con questi tg nostrani, un continuo di corbellerie, orrori sintattico-grammaticali (per tacer della pronuncia) di offese alla deontologia professionale, all'intelligenza umana, alla dignità umana. A vedere i tg di questi giorni non si può rimanere inermi, ma non basterebbero tutti i telefoni del mondo per protestare capillarmente su ogni orrore, ogni errore, ogni omissione o giudizio indebito che la tv ci ammannisce quotidianamente. Così, alla rinfusa, vi segnalo alcuni casi (alcuni cosi...) che ho visto in questi ultimi giorni.

1) intanto avete notato come, nei servizi radiotelevisivi sull'omicidio di Meredith Kercher, la ragazza americana uccisa a Perugia ognuno abbia un nome e cognome tranne Patrick indicato sempre come "Il congolese"? (grazie a Sonia per avermelo fatto notare...)

2) a Buona domenica Maurizio Belpietro, il direttore di Panorama, parlando dell'omicidio di Giovanna Reggiani e del rumeno Nicolae Romulus Maila, accusato del delitto, chiama Nicolae "l'assassino" e Paola Perego, suo malgrado, è costretta a correggerlo dicendo "il presunto assassino" ricordandogli la "presunzione di innocenza", garanzia costituzionale...

3) Nell'elencare i soprusi che un uomo musulmano avrebbe fatto nei confronti della moglie (in un servizio di Studio aperto, era già iniziato e su internet non sono riuscito a risalire alla notizia...) riporta anche "l'essere sposato con un'altra donna" che (per quanto possa essere per noi discutibile) per la cultura musulmana è perfettamente normale visto che un uomo può sposare fino a 4 donne...

4 Ieri nel riportare la notizia dell'uccisione (o assassinio?) di Gabriele Sandri Elena Guarnieri dice che l'ucciso ha 28 anni, mentre nel servizio si dice ne abbia 25, le continua imperterrita a riportare 28 anni. Nell'edizione speciale diun paio di ore dopo l'età (quella giusta) è di 2 anni ma la giornalista (sic!) non si sogna nemmeno di dare smentita delle età scorrette prima riportate (non critico l'errore, capita. Ma che non si dia smentita è un oltraggio alla deontologia della categoria giornalistica). Nell'edizione speciale Elena invece di sentire ciò che riportano gli inviati da San Siro e da Arezzo legge appunti (eppure rimane inquadrata...) e addirittura interrompe una collega, parlandole sopra con la scusa che lei deve dare una notizia ben più importante (le dichiarazioni della lega calcio...) con eccelsa professionalità!

Per consolarsi...

di questi giorni brutti, di omicidi, razzismi vari e varie demagogie e lutti (informatici) privati Giorgia E Mina sono un balsamo perfetto...





Dettagli sulla canzone (testo di Giorgia, musica di Emanuel, il compagno di Giorgia) nonché su come è nato il duetto etc. potete leggerli qui.

11 novembre 2007

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO


Giovedì pomeriggio il mio pc di casa, per l'ennesima volta, è morto. In attesa di ripristinarlo (Robertooo, sbrigatiiii!) opero con un portatile a ...carbonella che mi impedisce di postare da casa. Quindi potrò postare solo dall'ufficio, nei ritagli di tempo, quando ne avrò tempo. Ecco spiegato il silenzio in questi giorni nonostante il mondo pulluli di cose da criticare, commentare, per cui indignarsi e dissentire... (altrimenti che Paesanini sarei?!?). Il mio blog non chiude ma le sue attività saranno rallentate fino al ripristino di un pc casalingo adeguato...

7 novembre 2007

Jokela High Scholl Massacre




Mentre il tg 5 è ancora in onda (ah! prodigi del tempo reale) mi metto al pc per raccontare di un servizio che ho appena visto (è quello di apertura) e che mi ha fatto rimanere sgomento e basito per come è stato introdotto da Mimum.

Il servizio riporta la notizia dell'omicidio di sette (otto) persone per mano di un giovane di 18 anni, in Finlandia. Classici toni mesti (ipocriti) soliti indebiti accostamenti con Columbine (che c'entra La Finlandia con gli States? Che i giornalisti facciano il proprio lavoro e si documentino ricordando l'altra strage accaduta in Finlandia).
Ma è Mimum che mi fa trasecolare quando, senza riscontro alcuno in quanto verrà detto nel servizio che sta per introdurre (ma lo stesso dato viene riportato sia nell'articolo online del sole 24 ore che in quello del Secolo XIX ma NON in quello dell'Ansa ) dice, en passant, che il "giovane" era fan (sic!) di Hitler E di Stalin...

Eh? Hitler E Stalin?

E che c'azzeccano quei due?

Uno nazista, l'altro comunista (in realtà portatore del funesto socialismo reale ma per i giornalisti finto-lobotomizzati di oggi è una sottigliezza fuori portata),
uno che uccideva chi apparteneva a una razza inferiore (sic!)
l'altro che proclamava (almeno sulla carta) la dittatura del proletariato.
Uno che si annetteva liberi stati perché la Germania aveva bisogno di "Spazi vitali" l'altro che perseguiva il socialismo in un solo paese.
E poi, durante la seconda guerra mondiale, chi ha perso da sola 20 milioni di uomini combattendo contro Hitler? Stalin!
Chi è entrato a Berlino inducendo che Hitler si suicidasse nel suo bunker? Stalin!

Allora come si può con nochalance dire che chicchessia è fan di due personaggi talmente diversi, anche se entrambi criminali (ma di che caratura diversa...)?
Forse il ragazzo può avere le idee confuse a tal punto (ma ne dubito) ma Mimum come può in tutta coscienza affermare che Hitler va con Stalin senza battere ciglio?
Come li si può accomunare?
In base a quale criterio?
Qui si vogliono azzerare tute le differenze, in nome di un oblio storico (che proprio in questi giorni Sergio Romano invoca dalle pagine di Panorama) inquietante anticamera di ogni fascismo, di ogni nazismo.

Solita pignoleria da paesanini direte...
Intanto io mi incazzo, e impreco...

Guarda un po'!

6 novembre 2007

Un fantasma dal passato?



No, soltanto io, 40 chili e 15 anni fa....

...e mentre cercavo qualcosa su Roberto Bortoluzzi è uscito fuori questo...




e, tanto per gradire...

...e mentre cercavo A Taste of Honey ecco cosa è uscito fuori...

Le anatre, queste sconosciute.

Silvio mi ha aperto un nuovo mondo facendomi notare che:

1) quelle di Lorenz erano Anatre e non Papere (come avevo scritto io)

2) che Oche e Papere NON SONO LA STESSA COSA (eeeeeeeeeeeeeh???? e chi lo sapeva!!!!)


Infatti, cito da wikipedia:

Papero (o, più spesso, papera) è un termine utilizzato, soprattutto nel linguaggio colloquiale o infantile, come sinonimo di anatra, e definisce perciò diverse specie di uccelli appartenenti alla famiglia degli Anatidi. Secondo alcuni dizionari [De voto-Oli e De Mauro] il termine significa giovane oca. Il termine proviene probabilmente dall'onomatopea utilizzata per rappresentare il verso di questi uccelli.



Non vado oltre perché la classificazione di questi uccelli è immensa.

Comuqnue devo dire che mentre consultavo Wikipedia Silvio mi sapeva già dire tutto quel che vi ho trovato.

Però non mi ha saputo dire se quelle de Gli Aristogatti, sono Oche o Papere...



è morto Roberto Bortoluzzi

...storico cronista del programma radiofonico Tutto il calcio minuto per minuto.
Programma che ha dato l'imprinting ai mie gusti (no, non sessuali...) musicali.
La sigla infatti era (è) A Taste of Honey nell'arrangiamento di Herb Alpert (grande musicista e arrangiatore nonché fondatore della famosa etichetta A & M.

Mi ricordo ancora, come fosse ieri. Avevo due anni e mezzo. Era domenica, stavo da solo nella camera da letto dei miei. Dalla grande radio, bianca avorio, a valvole, uscì all'improvviso questa musica, e una strana sensazione mi colpì le viscere e lo stomaco. Capii che era la musica che mi piaceva. Anzi capii che la musica poteva piacermi (e altra no). Ne rimasi folgorato.
In quelle tre note di tromba in successione sono racchiusi tutti i miei gusti musicali, per il jazz, per i Man-Tran, per il funky, per la musica composita e brillante. Insomma, Alpert fu per me quel che Lorenz fu per le anatre.

5 novembre 2007

è morto Nils Liedholm

e 'sti cazzi!?!?!

errori? basta evitare il sito...

Curiosando (o leggiucchiando, d'altronde browser significa proprio quello...) su internet capito su un sito che tratta (tra le altre cose) della discografia dei Man-Tran, e mi accorgo che ci sono alcune inesattezze.

ecco il testo

In tema di jazzy o qualcosa di simile, nel ’75 esce il primo album di un gruppo vocale formato da due uomini e due donne, che oltre ai classici jazz ci proporranno brani "disco" d’alta classe: i MANHATTAN TRANSFER. Seguendo ideologicamente le orme di EDDIE JEFFERSON e JON HENDRICKS, i MANHATTAN TRANSFER si presentano come ALAIN PAUL, JANIS SIEGEL, LAUREL MASSE’ e TIM HAUSER, quest’ultimo anche produttore, assistito dal grande ARIF MARDIN. I dischi di questo gruppo sono sempre ad altissimo livello, grazie alla direzione musicale del chitarrista IRA NEWBORN e a moltissimi nomi altisonanti della scena jazz internazionale.


Fin qui tutto bene. Ma poi il testo prosegue.
Ma nel ’76 avviene una piccola rivoluzione. LAUREL MASSE’ se ne va ed arriva CHERYL BENTYNE. L’album, dal titolo "COMING OUT", contiene un grande successo: "CHANSON D’AMOUR" che lancia definitivamente il gruppo "vocalese".


In realtà nel disco c'è ancora Laurel Massè, che resterà fino al 1978, pubblicando coi Man-Tran altri due album, Pastiche e un Live (a tutt'oggi mai distribuito in cd, una rarità in vinile, e, visto che il sito si occupa di vinili, l'autore del testo dovrebbe saperlo...), entrambi del 1978.
Quell'anno, infatti, Laurel Massè ha un incidente di macchina quasi mortale che la mette k.o. per due anni.
Nel 1979 i Man-Tran si presentano con una nuova formazione (questa volta sì con Cheryl Benthyne al posto di Laurel Massè) e un nuovo album, Extensions, nel quale cantano Birdland pezzo dei Weather Report che, quello sì, li consacra come nuovo gruppo del vocalese (Chanson d'amour non è una canzone in vocalese...)
(per chi non lo sapesse il vocalese è una tecnica jazz che consiste nel cantare parti di assoli di pezzi famosi jazz in originale suonati da singoli strumenti)

ecco, per completezza, il resto della pagina

Il ’78 li vede nuovamente impegnati in standard di vario genere con la pubblicazione dell’album "PASTICHE", forse uno dei più belli , che contiene due fantastiche reinterpretazioni: "FOUR BROTHERS" e "ON A LITTLE STREET IN SINGAPORE".
A questo punto nell' archivio c’è un buco che arriva fino al 1981, l’anno della svolta "disco". Esce infatti "MECCA FOR MODERNS", dove sparisce IRA NEWBORN che cede il posto ad un altro chitarrista-produttore: JAY GRAYDON. GRAYDON produce l’intero album con grande maestria, coadiuvato alle tastiere da DAVID FOSTER. Da segnalare la partecipazione di JON HENDRICKS con un impeccabile "scat" in "(THE WORD OF) CONFIRMATION" di CHARLIE PARKER. Ma ciò che più riguarda il nostro discorso, è il primo pezzo "disco" della storia dei MANHATTAN TRANSFER: "ON THE BOULEVARD", un brano disco-jazzy scritto e arrangiato da JAY GRAYDON, già produttore di GEORGE BENSON e AL JARREAU. La musica "disco" torna vittoriosa nel 1983 con l’album "BODIES AND SOULS" sotto la direzione del produttore RICHARD RUDOLPH. I due pezzi di ispirazione "disco" sono affidati al bravissimo ROD TEMPERTON, songwriter inglese già collaboratore di QUINCY JONES e reduce dai fasti di "THRILLER", il best-seller di MICHAEL JACKSON. TEMPERTON scrive ed arrangia la raffinata "SPICE OF LIFE" ed il meraviglioso lento, riproposto anche da ANITA BAKER, "MYSTERY". Il resto, è storia recente.


Bodies and Souls è del 1983 se gli ultimi 24 anni sono storia recente...

Ma lasciamo perdere.
Un po' deluso e infastidito da tanti inesattezze, come se non gliene fregasse poi tanto di essere più precisi ma di dire solo che i man-tran hanno fatto un pezzo disco" (che poi disco non è visto che la disco muore con gli anni 70 ma, al limite si tratta di un pezzo funky...) scrivo due righe di "protesta" che riporto di seguito.

Ho letto la pagina sulla discografia dei Manhattan Transfer ed è piena di errori inesattezze ed omissioni.

Il primo disco di Cheryl Benthyne nel gruppo non è Coming Out come riportate ma Extensions, del 1979, che per voi non esiste.

Sono errori grossolani che basta correggere consultando un qualunque sito più “ufficiale”…

Alessandro Paesano


Ecco la risposta che ricevo oggi nella posta (elettronica)

Gent.le Sig Paesano

ringraziandola della e-mail, ci occorre premettere che:

tutte le informazioni presenti nel sito sono frutto della collaborazione totalmente gratuita di appassionati e collezionisti

in fondo alla pagina discografiemenu troverà la precisazione :
" n.b va sottolineato che non si tratta di intere discografie ufficiali, ma di titoli disponibili nell'archivio dei vari collezionisti ed appassionati che hanno collaborato a titolo totalmente gratuito."

già altri utenti in passato ci hanno segnalato, con spirito di collaborazione, inesattezze o mancanze senza ricorrere alla veemenza che lei ci dimostra

Abbiamo contattato l'autore che, ammettendo l'errore, ci dice di aver verificato le informazioni inerenti la discografia su Amg (era il 2001) che oggi offre una descrizione ben più completa di allora...

non ci resta che scusarci ed invitarla ad evitare di consultare il nostro sito, che probabilmente contiene troppi errori per il suo livello di conoscenza.

cordiali saluti

Sandro Ferrari
Discocity.it


Rimango basito.
Il tono non mi sembrava così veemente (e sì che ne sono capace, chi mi legge in questo blog sa di mie altre sortite ben più veementi). Forse un po' sbrigativo ma non volevo fare il saccente e fare precisazioni che, oggi, d'altronde, si possono ottenere su tanti altri siti.
Non capisco perché l'autore della mail sia rimasto così piccato, d'altronde l'argomentazione che chi ha scritto il pezzo lo fa gratis e quindi è da giustificare se sbaglia, non è solo priva di fondamento, ma dà un po' il senso italianissimo di chi, su internet e non solo, scrive quel che meglio crede e poi si nasconde dietro le giustificazioni che meglio crede.

Se io conosco quei dati sui Man-Tran non è perché io sono più informato, ma perché, più semplicemente, quei dischi, in vinile, ce li ho e mi ricordo da allora chi li canta. Ma io, che non scrivo su internet, posso permettermi di essere impreciso.
Chi scrive su internet (o altrove), chi si rivolge a un qualunque pubblico che vada al di là della ristretta schiera dei suoi propri amici DEVE documentarsi e non può giustificarsi se sbaglia (capita a tutti, basta correggere l'errore) dicendo "ah beh ma lo faccio a titolo gratuito del tutto volontariamente...".

Invitarmi a consultare altri siti perché quello non è "alla mia altezza" mi sa non solo di gratuita scortesia, ma di sfacciataggine, di chi ha torto e si bea ad avere torno e mi dice "stai zitto, se non ti sta bene vattene". Un modo di fare berlusconiano e fascista (il modo, non la persona, che non conosco).

Io invece, caro signor (?) Sandro Ferrari, non solo non sto zitto, ma pubblico quanto successo sul mio blog e inoltro via mail il testo di questo post a Lei per sua conoscenza.

Forse, vedendo su internet la vostra sciatteria e la vostra squisita cortesia nei confronti di chi vi bacchetta le mani per gli errori commessi (errori non omissioni...), qualcun altro, meglio di me, vi farà capire che a correggere l'errore e chiedere scusa (non a me, ma a chi, leggendo la vostra scheda informativa, ha avuto informazioni errate) fate una figura migliore di quella che fate ora.

Pier Paolo Pasolini morto ammazzato

Nella notte tra il 1 e il 2 novembre del 1975 veniva assassinato, in circostanze misteriose, Pier Paolo Pasolini.



Dell'omicidio si assunse la colpa Giuseppe Pelosi detto Pino, un "ragazzo di vita" cioè marchettaro, prostituto, che Pasolini (afferma Pelosi) aveva incontrato nei pressi della stazione Termini (dove allora si batteva) e col quale, dopo una cena in una trattoria nei pressi della basilica di San Paolo, si era recato all'idroscalo di Roma.

Ancora oggi, dopo 35 anni, pur sapendo che Pasolini è stato ucciso da altri e non da Pelosi (come ha recentemente ammesso egli stesso), come indicherebbero delle prove ignorate durante il processo (come le tracce di una seconda automobile, ce lo ricorda Marco Tullio Giordana nel suo film di denuncia Pasolini Un delitto italiano), quell'omicidio politico (moralmente ma anche quasi sicuramente per mano dei fascisti, ideologicamente gli stesi delle aggressioni ai Romeni di questi giorni a Roma)viene riportato come un normale caso di un frocio morto ammazzato, d'altronde un uomo di cinquant'anni che fa un pompino a un 17enne (Pelosi disse che aveva pattuito quello con Pasolini e di essersi innervosito quando Pier Paolo avrebbe voluto andare oltre e praticargli del sesso anale) è giusto che muoia no?


Un linciaggio morale che ha quasi cancellato (sicuramente dai media di oggi ma anche da certa opinione pubblica la stessa che, pur ignorandone il lavoro ha criticato il Nobel a Dario Fo, probabilmente e "semplicemente" perché uomo di sinistra) dall'Italia la sua importanza artistica, politica, etica.
E ancora oggi nel liceo Malpighi una delle professoresse con cui lavoro mi ha sconsigliato di lavorare su di lui con i ragazzi perchè pedofilo (sic!) Pasolini era pederasta, amava i ragazzi giovani, ma non era certo un pedofilo che andava con i bambini impuberi.

Ecco i guasti di tanta omertà da parte della stampa, della magistratura (che, ancora oggi, rifiuta di riaprire il caso "tutto 'sto chiasso pe' un frocio morto ammazzato, e che sarà mai!) dei suoi "amici" che si son defilati tutti (tranne Laura Betti, che ora è morta, e pochi altri) ipocritamente con la scusa della sua imbarazzante omosessualità (che Pasolini si viveva con terribili sensi di colpa, tanto da avere solo incontri sessuali e non relazioni sentimentali)



per prendere le distanze dalle sue posizioni politiche di cattolico e di comunista, bestia nera per entrambi i fronti, sempre lungimiranti e oltre il particulare del momento (il più famoso la presa di posizione a favore dei carabinieri contro gli studenti figli di papà durante gli scontri sessantottini a Valle Giulia a Roma).

La sequenza del fiore di carta

Un uomo dal quale ancora oggi c'è molto da imparare, un poeta, autore teatrale, romanziere, magnifico regista (che qualcuno ogni dieci anni ha cercato di ridimensionare, infangare, censurare, minimizzare)la più chiara e feroce denuncia che gli italiani sono stai sono e saranno sempre dei fascisti.

4 novembre 2007

quando si cambia...


Uno dovrebbe mantenere certe abitudini, come quella che avevo con Da., di ascoltare musica che mai, per conto mio, avrei sognato di sentire...
Sono sempre stato abbastanza onnivoro in fatto di musica ma con una serie di divieti ...luogocomunisti abbastanza stupidi eppure ancora presenti, tra questi il rock, il reggae, la lirica...



Con l'entusiasmo di chi non ha ascoltato mai altra musica in vita sua Da. mi propinav... ehm proponeva dischi così diversi dai miei che il mio stereo, i primi tempi, inorridiva. Ma poi inorridivo io nel constatare quanta bella musica mi stavo perdendo.



E' il caso degli Incubus che ho scoperto grazie a lui...



Poi gli Incubus gli ho persi di vista, come ho perso di vista Da.




Ecco, questi sono i pezzi che ancora ricordo, che ancora ho dentro da qualche parte, in quel coso ciccione e gonfio che si spaccia per il mio cuore...

3 novembre 2007

...contro il fumo? Non solo...

Navigando sulla rete incappo nel Blog di Alessio, e crepo subito di invidia perchè lui ha un sacco di lettori e io solo due (il mio gatto e me stesso...). Come poso usufrire anche io del suo bacino di lettori?
Semplice cita il sito! Ma come?

Poi leggo (tra le tante) questa iniziativa di rendicontare tra gli autori di blog chi fuma e chi no.
Trovo la cosa un po' troppo egocentrica per i miei gusti (l'idea è quella di fornire strumenti per pensare non dati statistici sulle proprie abitudini) ma l'idea è lo stesso carina e allora la faccio mia e la modifico anche (Altrimenti che vuol dire farla propria?...)


...non è tanto voler insegnare agli altri che fumare fa male, ognuno ha diritto a scegliere il proprio veleno, chi il fumo, chi l'alcool, chi le droghe (pesanti, nessuno è mai morto per una overdose di hashis...), chi (come il sottoscritto obeso) il cibo, chi il sesso senza protezione...

Il problema è un altro.

Vai a casa di amici che fumano e magari state giocando, parlando, vedendo un film, siete in 5-6 e solo tu non fumi. Per quanto vorresti dire "non fumate davanti a me", ti limiti a chiedere "scusate potete ALMENO fumare uno alla volta?".
Ma, come tutti i dipendenti, quando uno accende la sigaretta eccone altri due tre seguirlo e accendersene una a loro volta.. Ti ritrovi a fumare 4 sigarette...
Cosa pensi?
Li strangoli con le tue mani?
No, più semplicemente, non li frequenti più...
Che poi, loro, ignari, ti chiedono come mai non ti fai più sentire che cosa ti hanno mai fatto...

...per tacer di quelli che, finito loro di mangiare, accendono la sigaretta mentre tu magari stia ancora al secondo, o fai il bis del dolce (a me capita sempre il cibo è o non è il mio veleno?).

Ecco, bisogna insegnare le buone maniere ai fumatori, che tanto lo sanno che se fumano viene loro il cancro, ma a loro non gliene frega niente (sai quelli che dicono "eh! Intanto lo smog fa morire lo stesso"...) e, dopo tutto, è un loro diritto.
Ma che il loro fumo dà fastidio anche a te e non solo perchè ti fa venire il cancro, ma perché puzza proprio tanto, lo stesso, a loro, non gliene frega niente, e questo non va bene!!!!

Quindi non siamo ipocriti o paternalisti...

Io non ti dico di smettere di fumare
ma ti intimo a non fumare in mia presenza...
Altrimenti non ti uccide il cancro,
ti uccido io!!!!

2 novembre 2007

The Manhattan Transfer

La prima volta li sentii di notte, alla radio, quando la Rai trasmetteva raistereontte. Era il 1983 e avevano appena pubblicato l'album (come si diceva allora...) Bodies and Souls. La canzone trasmessa era This Independence".




Fu un colpo di fulmine che, come si dice, non è ancora finito.
In tutti questi anni da vero fan li ho visti in concerto una quindicina di volte. La prima volta fu nel 1986 ad Umbria Jazz, l'ultima quasi un anno fa, all'auditorium, in quel di novembre.



Dei Man-Tran ho sempre ammirato la capacità di passare con disinvoltura da brani decisamente pop come Who, What, When, Where, Why a brandi decisamente jazz, o fusion, o a classici della canzone. Anche loro, come Mina, hanno costellato la mia storia da quel lontano 1983 fino ad oggi (anche se il repechage del dixieland degli ultimi dischi non mi ha convito molto, d'altronde allora andavo matto per i Subsonica, figuriamoci!!!).
eccoli nella vecchia formazione con Laurel Masse al posto che sarà di Cheryl Benthyne

Laurel è di origini francesi... ed eccoli a interpretare un brano scritto da Michel Jonasz... prima che sapessi persino chi fosse!!!


estate 1983 "riparavo" latino, studiandolo con una professoressa buffa, un po' pazza, che abitava, credo vi abiti ancora, a piazza Pio XI. Una sera io e lei a cena fuori e questa canzone a suggellare due cuori soli, due anime incuriosite del creato ma senza qualcuno con cui condividere l'ebbra gioia che la curiosità sa dare...





Un piccolo omaggio a un gruppo che ancora c'è, anche se quei tempi sembrano andati per sempre....

Bollettino ufficiale sullo stato del mio umore n° 10

Questa mattina, mi son svegliato,

e, mentre facevo colazione, ho sentito su rainews 24 (trasmesso da raitre) un deficiente (non so chi sia...) affermare che oggi il nucleare è pulito (sic!).

Faccio un giro su internet e tutti dicono che, ma sì dai, il nucleare ha fatto progressi da gigante negli ultimi vent'anni (da quando cioè gli italiani si sono espressi con ben 4 referendum per interrompere la produzione di energia nucleare nel paese) e oggi può essere considerato sicuro.

Nessuno però parla delle scorie radioattive (quelle messe nei fusti, recentemente scoperchiati da un terremoto in Giappone...) e che, insomma, le centrali saranno pure sicure (ma il film Sindrome Cinese dovrebbe aver detto una parola definitiva sull'argomento) ma le scorie dove le mettiamo?
Ma già, che ci frega, tanto sarà un problema che risolveranno figli e nipoti (e poi dicono che la famiglia è un valore in crisi per via dei gay!, mah!). domani sul sito di rainews dovrebbe essere disponibile l'intervista, così potrò essere più preciso su quanto affermato dal deficiente.

intanto eccovi un po' di link per meditare e ragionare informati.
sul referendum
sulle posizioni di chi ancora oggi vuole il nucleare
sull'incidente in Giappone e un altro in Francia
bello essere
quello che si è anche se si è
poco
pochissimo
niente


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